La crisi degli eventi e dei concerti al tempo del Coronavirus

Il Covid-19 ha messo a dura prova tanti settori, ma ce n’è uno in particolare che ha visto completamente azzerare le proprie attività: il mercato degli eventi e dell’intrattenimento.

Dai più piccoli, a quelli in larga scala, gli eventi sono stati “soppressi” poiché altamente indicati come potenziali occasioni di diffusione del virus. E su questo non ci piove.

Senza troppe sorprese l’Estate 2020 doveva rappresentare la riconferma dei grossi brand dell’intrattenimento come il britannico Glastonbury che è stato tra i primi ad estinguere l’edizione dell’anno corrente, passando sulla sponda Catalana dove Sonar e Primavera Festival hanno ufficialmente posticipato tutti gli eventi al 2021, per non parlare del Coachella rinviato ad Ottobre ma sul quale aleggia ancora forte diffidenza. Molti altri hanno preferito adottare la soluzione interattiva e confermare o ridurre le rassegne, utilizzando lo streaming. È il caso del Burning Man passato al virtuale, mettendo da parte per un anno il soleggiato deserto di Black Rock City (scenario del suggestivo Festival statunitense).

Il pubblico è definitivamente diviso. Il parere di molti è che il virtuale non rende fedeltà all’esperienza reale. Altri ancora apprezzano gli sforzi degli organizzatori e ne supportano la tenacia e continuità, preparandosi così ad una insolita estate dove il virtuale rappresenterà una valvola di sfogo e divertimento. La verità è che ci siamo ritrovati a vivere un “futuro interattivo”, ancor prima di capacitarcene e soprattutto con un inaspettato e largo anticipo.

Questi annullamenti si ripercuotono in maniera oggettiva su tutta l’industria musicale: le date ed i concerti rappresentano la prima fonte di guadagno di cantanti e gruppi musicali. L’inizio dell’emergenza sanitaria ha inevitabilmente portato anche alla chiusura dei negozi di dischi e lo streaming di sicuro non ricompensa a sufficienza gli sforzi e gli investimenti degli artisti.

Per non parlare di tutti gli addetti coinvolti, dal personale dedito alla produzione, ai tecnici. Interi gruppi di persone che, lavorando nell’ombra, rendono la magia realtà. Tutti a casa, tutti fermi aspettando un futuro migliore

 

 

Approfondimento di Mirko Barile, Studio Rotto

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